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Infinite Jest

Infinite Jest

È sufficiente che il mondo si fermi per decidersi a leggere Wallace?

“Infinite Jest” è una colossale allegoria del mondo in cui la trama, principalmente ambientata tra un’accademia di tennis (metafora dell’esistenza) e un istituto psichiatrico, è più che altro di supporto all’intento di raccontare la saturazione del paradigma dentro il quale esistiamo, attraverso una brillante costruzione dei personaggi e del loro posto nel sistema dentro il quale si svolge la narrazione.
Riducendo all’essenziale, l’opera parla soprattutto di dipendenze, consumismo, politica, droga Ma la potenza del romanzo sta in quel che gira intorno alla trama e non certo nella trama in sé. Wallace è minuzioso nel descrivere i dettagli più apparentemente insignificanti dei personaggi (ma è proprio da questi che ci è dato conoscerli in profondità) e sempre penetrante nel farli parlare e interagire: ci sono un paio di protagonisti, ma il punto di vista cambia di continuo e l’accuratezza psicologica di ognuno di essi – protagonisti e comprimari, con uguale dignità e precisione – è senz’altro una delle colonne portanti dell’opera.
“Infinite Jest” pretende però di essere letto con estrema attenzione, comprese le duecento pagine di note che spesso e volentieri spezzano la narrazione, a volte per semplice cavillo, altre per aprire vere e proprie sotto trame fondanti nella narrazione.
La genialità visionaria, spesso attribuita all’autore, passa sicuramente dal suo avere già visto e scritto nel 1996 (e spesso con impressionante dettaglio) certi sviluppi del mondo di oggi e della sua deriva globale: non è un azzardo attribuire a Wallace la profondità predittiva di Orwell, con la differenza che, se l’efficacia di “1984” è stata andare dritto al punto, come una lama dritta al cuore fino al noto finale, potente e inesorabile, la forza di “Infinite Jest” è, al contrario, l’inesorabile girarci intorno da duecento punti di vista senza usare al lettore la cortesia del KO dopo milleduecento pagine. Letteralmente, uno “scherzo infinito”, deprimente e irresistibile allo stesso tempo, che chiede molto a chi legge, ma senza dubbio e tra mille dubbi restituisce altrettanto.

Se queste righe (e una pandemia mondiale) non bastassero per decidere di tuffarsi nella lettura del colosso, non è mai una cattiva idea conoscere prima l’autore attraverso altre opere, di cui consiglio senz’altro:

“La scopa del sistema”: per godere appieno dello stile narrativo di Wallace attraverso il suo primo rocambolesco e straordinario romanzo.

“Una cosa divertente che non farò mai più”: per capire il cinismo della sua visione del mondo attraverso un reportage di estremo sarcasmo su una crociera di lusso ai Caraibi.

David Foster Wallace – Infinite Jest – Einaudi – Euro 19,00

Circa l'autore

Emanuele Bellerio

AAAAAAAAAAAAAA ssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssss

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