

Non so molto della Norvegia. Grazie ai documentari che ho visto amo i suoi vasti altopiani coperti d’erica dove pini, abeti, larici, betulle si affacciano sulle profonde ferite dei lunghi fiordi che li attraversano; amo i piccoli villaggi di pescatori, con le loro case basse e variopinte che sembrano scivolare accanto alle barche da pesca nel grigio chiaro del loro mare.
Conosco Ibsen e il suo Peer Gynt musicato da Grieg; di Grieg, le allegre Danze e i malinconici Pezzi lirici; le opere di Hamsun (meglio lo scrittore dell’uomo, grande fautore del nazionalsocialismo e feroce antisemita) e ovviamente Munch: quel suo Urlo che, dipinto un secolo fa, ben rappresenta tutte le angosce del nostro sconsiderato, pazzo mondo di oggi. E certamente quella porzione di mondo che attraversa le pagine della Tormenta: uomini e donne con i loro vizi e le loro virtù, un’umanità che sembra non potersi più sottrarre al mobbing, alle espressioni più volgari di odio, di razzismo, di minacce, di ricatti, di teorie complottistiche generati dall’abuso dei social, dall’utilizzo negativo dei mezzi d’informazione, insomma, da tutto quanto di peggio la società dell’era digitale, se non ben controllata, può produrre.
Ma non è solo questo il tema della Tormenta, che – dice la Holt – “Sta per trasformarsi in un ciclone”. In un thriller d’incredibile intensità, in cui magistralmente si fondono e si confondono realtà e finzione, tutti i sentimenti, i rapporti umani vengono spietatamente messi in luce e difficilmente potremo dimenticare figure come quella di Selma Falck, la “bad woman” che sembra voler espiare le sue colpe passate indagando nel “marcio della sua terra” per dare il suo contributo a porvi rimedio, o il ministro della giustizia che teme una deriva morale e politica del suo paese a tal punto da…, o le figlie dell’una e dell’altro con i loro difficili rapporti con i genitori e la loro voglia di affrancarsi, anche a duro prezzo, o l’ambiguo politico in ascesa che ha molto da nascondere.
Sì, è proprio vero che “Non tutti i gatti sono bigi. E nemmeno di notte” e come in ogni altra parte del mondo. E questo testo, fatto di una storia nelle storie, nel mostrarci brandelli di vita e di società dell’oggi, ci pone di fronte a molti interrogativi, che esulano dal pur grande coinvolgimento nella sua trama.
Una trama intricata ma allo stesso tempo semplice da seguire con i suoi brevi, folgoranti capitoli che, attraverso i brandelli di memoria di una stupefacente Selma, un po’ alla volta metteranno ordine nell’apparente caos della sua mente, proponendoci la ricostruzione di una storia ben più complicata di quanto avremmo potuto pensare.