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Un tempo gentile. Milena Agus

Un tempo gentile. Milena Agus

Milena Agus, “Un tempo gentile”, Nottetempo, 2020, 16,00 Euro

Quanto è vero che l’accoglienza dell’altro ci mostra i limiti del nostro orizzonte. E quanto è altrettanto vero che quest’accoglienza, divenuta comunanza, sa farci apprezzare i segni di una ritrovata bellezza del nostro grigio microcosmo (nello specifico, un desolato e semiabbandonato paese all’interno della Sardegna) con i suoi mille colori che cangiano con il variare delle stagioni, l’odore buono del legno che brucia nelle nostre stufe, persino quella pesante consuetudine del “fare-disfare-rifare”, che da passiva abitudinarietà si fa pratica attiva, che diventa “agire” invece di “parlare”, “capire” invece di “avere paura”: sono questi alcuni dei molti messaggi che ci trasmette il libro di Milena Agus, “Un tempo gentile”.

Una storia corale portata avanti da un gruppo di donne che, come nel teatro greco, ha qualcosa di sacrale e di arcaico,

che ci ricorda racconti persi nel tempo e tramandati nelle sere dei filò delle nostre ave e che qui assume il senso di un’assoluta attualità. La storia del coraggio, tutto al femminile, di confrontarsi con “l’altro”, la curiosità, la voglia di trovare in un gruppo di migranti (gli “invasori” capitati nella loro terra) uno stesso motivo di rinascita, di nuovi interessi, nuove avventure che diventa facile condividere, perché sentimenti primari che accomunano ogni essere umano. E che grande dono è per il lettore poter “vivere” assieme alle protagoniste del libro, donne generose, aperte, vivaci, e ai suoi protagonisti, spaesati migranti e abbastanza strampalati accompagnatori, questo “tempo gentile” che altro non è se non il tempo di un’umanità sconfitta che si ritrova e si rinnova in quel dialogo fra sé e gli altri, in quella prima accoglienza che lentamente si trasforma in comunità d’intenti, in uno stralcio di vita che rinasce con il rifiorire di casolari abbandonati, di orti e di giardini.

“Scrittura semplice, che deve suonare, perché la scrittura è musica, e a volte ci metto un’intera giornata per trovare il suono giusto di questa semplicità”. – Milena Agus

Il lettore “vive” perché l’autrice ha saputo fare dei suoi personaggi delle “persone”, in un racconto che ha tutta l’aria di essere il resoconto di una realtà e invece è… finzione: altro grandissimo pregio di questo libro! Con una scrittura diretta, immediata, volutamente semplice, l’autrice ci ha regalato uno spaccato di vita vera, che grazie alla sua straordinaria capacità d’osservazione e alla faticosa ricerca di una “scrittura semplice” ci rimarrà a lungo nel cuore.

Circa l'autore

Franca Eller

Franca Eller, bibliotecaria, pubblicista, editor per diverse case editrici e per molti anni : una vita dedicata ai libri. Oggi, in pensione da un decennio, insegna italiano ai migranti in una scuola privata della sua città, con grande soddisfazione.

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