Seleziona Pagina

Ritorno al passato

Ritorno al passato

Da sempre i corsi e i ricorsi della storia si inseguono e si ripetono, Gianbattista Vico ce lo insegna! Ogni periodo ha avuto il suo revival ed è diventato così automatico da farne un vero e proprio business. Ogni anno abbiamo un ritorno a qualcosa per quel che riguarda la moda, la musica, le arti in generale, le abitudini, i fatti storici e le fasi politiche. Insomma, per ogni campo abbiamo l’originale e la sua copia, di qualche decennio posteriore.

La mia Signora Moglie, Adriana, che ha un occhio sempre attento per arte e musica, mi ha fatto notare un ritorno agli anni ottanta.

Forse quel passato è già tornato, sì, perché i revival possono essere più di uno. Le variabili del passato che torna sono un classico…che ritorna spesso! Dicevamo, gli anni ’80… Cerco risposte sociali e politiche oltre alle arti e penso che questa pandemia abbia inferto un duro colpo alla psiche di tutti noi, e che magari la voglia di uscire da un periodo così buio possa trovare in sé la forza di cercare nuove soluzioni, inventarsi nuovi mondi, anche esagerare sul piano dell’individualismo; e ancora, perché no, divertimento e, anche se illusoria, brillantezza economica… Ecco, proprio riguardo a questo, però,  non saprei…!

Queste emozioni e questi contrasti, li rivedo alla fine degli anni settanta. Certo non voglio paragonare dieci anni di terrorismo con pochi mesi di Covid, ma a livello emotivo e un poco filosofico, non misuro l’entità della disgrazia e neppure la sua durata o il suo peso. Qui c’entra l’emozione, l’effetto chiusura, la paura condensata, che più reprimi e più esploderà fragorosa.

Veniamo al punto: io credo che l’impatto emotivo, economico, politico e artistico di questi mesi sia più simile a quello del periodo fine ’70. Ricordate la crisi del petrolio, la situazione politica, quando un governo durava una settimana perché non c’erano maggioranze? Ma poi fu la musica soprattutto, e l’arte in genere, a cercare nuovi confini, e dopo l’omicidio Moro arrivò DiscoRing, con un Renato Zero piumato.

Non voglio essere irrispettoso unendo temi fra loro non conciliabili, ma i sottili collegamenti di emozioni, le libere connessioni cerebrali, mi portano a questo tipo di riflessioni, corrette o non corrette che siano.

A questo punto, mia moglie ed io ci sentiamo di augurare un bel decennio di anni ottanta a tutti…certamente non in senso politico, almeno per quel che ci riguarda, e certamente non attraversando quei danni economici che la finta ricchezza di allora ci ha poi portato in dono, ma per qualcos’altro, forse anche più importante. Sicuramente, agli inizi di quegli anni, vedevamo cose che ancora oggi non sono, ma se quel coraggio, quella voglia di stupire per capire dove fossero i nostri confini, la fantasia nel cercare strade nuove, quell’atteggiamento sbruffone e arrogante dei giovani d’allora, quella comune forza dirompente, beh, allora sì che le cose potrebbero tornare ad avere un senso e allora sì, che la mia signora ed io vi  vogliamo augurare almeno un momento di quegli anni, e ve lo auguriamo veramente di Cuore!

Circa l'autore

Gianluca Emeri

Titolare e libraio di Libreria di Quartiere. Qui condivide recensioni e riflessioni personali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Redazione

Direttore:

Caporedattore:

Redazione:

 

Sottoscrivi

Share This